Onde d’urto focali: cosa sono, come funzionano e quando possono aiutarti

mercoledì, 17 Settembre 2025
Trattamento con onde d'urto focali

Le onde d’urto focali sono una tecnologia terapeutica sempre più utilizzata in fisioterapia, ortopedia e medicina dello sport per trattare dolori muscoloscheletrici cronici e favorire la rigenerazione dei tessuti. Spesso si fa confusione tra onde d’urto focali e radiali o altre terapie, ma in realtà le onde d’urto focali hanno caratteristiche uniche che le rendono particolarmente efficaci in diverse patologie, soprattutto quando altri trattamenti conservativi non hanno dato risultati soddisfacenti.

In questo articolo vediamo nel dettaglio cosa sono le onde d’urto focali, come agiscono sul corpo, in quali casi sono indicate e quali benefici offrono, con un approfondimento specifico sul loro impiego nella disfunzione erettile.

Cosa sono le onde d’urto focali

Le onde d’urto focali sono impulsi acustici ad alta energia che possono essere concentrati in un punto preciso all’interno del corpo. Vengono generate tramite un apparecchio dotato di un apposito manipolo che si applica sulla superficie corporea in corrispondenza dell’area da trattare. L’energia acustica si propaga attraverso un mezzo di conduzione (generalmente un gel applicato sulla pelle) e penetra nei tessuti in profondità, fino a raggiungere la zona bersaglio, dove induce effetti biologici benefici. Il termine “focale” indica proprio che il punto di massima intensità dell’onda è localizzato (messo a fuoco) in un’area ristretta, permettendo di agire con grande precisione sulla struttura patologica da curare e garantendo, quindi, risultati mirati.

Originariamente questa tecnologia è nata in ambito urologico per la frantumazione dei calcoli renali negli anni ‘80. In seguito, la ricerca medica ha scoperto che impulsi di onde d’urto a diverse intensità possono avere effetti terapeutici anche su altri tessuti: ad esempio, sono stati introdotti in ortopedia e fisiatria per trattare tendiniti, patologie ossee e muscolari, e persino in medicina rigenerativa per stimolare la microcircolazione e l’attivazione di cellule staminali nei tessuti lesionati.

Le onde d’urto focali, in particolare, si sono rivelate una valida alternativa terapeutica in campo muscolo-scheletrico grazie alla loro capacità di stimolare la riparazione tissutale e alle proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche dimostrate.

Come agiscono le onde d’urto sul corpo

Quando le onde d’urto focali attraversano i tessuti, producono micro-stimolazioni meccaniche che innescano una serie di risposte biologiche positive nell’organismo. In sintesi, gli effetti fisiologici principali sono i seguenti:

Aumento del flusso sanguigno e neoangiogenesi

I microtraumi controllati indotti dalle onde d’urto determinano un significativo aumento di fattori di crescita come eNOS, VEGF e BMP, stimolando la formazione di nuovi vasi sanguigni (neoangiogenesi). Ciò migliora la circolazione locale e l’apporto di sangue (e ossigeno) ai tessuti lesionati, favorendo la riparazione di ossa, tendini e altre strutture.

Stimolazione della produzione di collagene

La terapia con onde d’urto stimola la sintesi di collagene (in particolare procollagene di tipo I e III), proteina fondamentale per la struttura e la rigenerazione di tendini, legamenti e altri tessuti connettivi. Questo trattamento, inoltre, favorisce un orientamento più ordinato delle nuove fibre collagene, rendendo i tessuti riparati più densi e resistenti.

Riduzione dell’infiammazione cronica

Le onde d’urto esercitano un effetto antinfiammatorio modulando la risposta del tessuto all’infiammazione. In particolare, è stato osservato che il trattamento inibisce la produzione di mediatori infiammatori (come l’enzima COX-2), contribuendo a spegnere l’infiammazione persistente e facilitando così i successivi processi riparativi. Paradossalmente, la stimolazione meccanica agisce come un “reset” del processo infiammatorio cronico: provoca una piccola reazione infiammatoria acuta che riattiva il processo di guarigione in condizioni che erano bloccate in uno stato infiammatorio cronico.

Attivazione delle cellule staminali e fattori di crescita

L’onda d’urto focalizzata non danneggia i tessuti sani, ma è in grado di attivare diversi fattori di crescita e altre sostanze locali che, a loro volta, stimolano le cellule specializzate del tessuto e reclutano le cellule staminali presenti nell’area lesionata. Queste cellule staminali “di riserva” vengono richiamate e contribuiscono ai processi di riparazione e rigenerazione del tessuto danneggiato, ad esempio accelerando la formazione di callo osseo nelle fratture o promuovendo la rigenerazione di fibre tendinee sane.

Effetto analgesico (antidolorifico)

La terapia con onde d’urto ha anche un marcato effetto di riduzione del dolore locale. Uno dei meccanismi proposti è la modulazione dei recettori nervosi del dolore per mezzo dell’iperstimolazione: in pratica gli impulsi rapidi e intensi inducono le fibre nervose a scaricare ripetutamente fino a una sorta di saturazione, impedendo loro di trasmettere ulteriori segnali dolorosi. Inoltre, le onde d’urto favoriscono il rilascio locale di sostanze come la sostanza P e l’ossido nitrico (NO), che hanno duplice effetto: da un lato contribuiscono all’analgesia (esaurendo temporaneamente i neurotrasmettitori del dolore), dall’altro inducono vasodilatazione e neo-vascolarizzazione, che supportano la guarigione dei tessuti. Questi meccanismi combinati spiegano il motivo per cui, dopo il trattamento, molti pazienti riferiscano una riduzione significativa del dolore nell’area trattata.

I processi sopra descritti rendono le onde d’urto focali particolarmente efficaci nel trattamento di tendiniti croniche, calcificazioni, dolori articolari e persino nei ritardi di consolidazione ossea, situazioni in cui è necessario stimolare i naturali processi biologici di guarigione che si sono bloccati o rallentati.

Quando sono indicate le onde d’urto focali

Le onde d’urto focali trovano indicazione in numerose condizioni muscolo-scheletriche, in particolare a carattere cronico o degenerativo. Il medico specialista (ortopedico, fisiatra o fisioterapista) potrà prescrivere questo trattamento dopo una valutazione clinica approfondita, soprattutto nei casi in cui terapie più conservative (riposo, farmaci antinfiammatori, fisioterapia tradizionale) non abbiano portato ai risultati sperati.

Ecco alcune delle principali patologie per cui è indicata la terapia con onde d’urto focali:

  • Tendinopatie croniche inserzionali o degenerative: ad esempio la tendinite calcifica della spalla, l’epicondilite laterale (il classico “gomito del tennista”) o mediale (“gomito del golfista”), la tendinite rotulea (ginocchio del saltatore) e altre infiammazioni tendinee resistenti ai trattamenti convenzionali. Anche le lesioni parziali croniche della cuffia dei rotatori e le tendinosi achillee rientrano tra le indicazioni, poiché le onde d’urto possono stimolare la riparazione del tendine degenerato.
  • Fascite plantare e sperone calcaneare: le infiammazioni croniche della fascia plantare del piede (tallonite) e l’eventuale presenza di uno sperone calcaneare associato sono tra le condizioni più comunemente trattate con successo mediante onde d’urto. Il trattamento riduce il dolore al tallone e favorisce la guarigione della fascia attraverso gli effetti antinfiammatori e di neoangiogenesi.
  • Calcificazioni tendinee e borsiti croniche: depositi di calcio patologici all’interno di tendini (come nel caso della tendinite calcifica di spalla) o in sedi periarticolari possono essere gradualmente riassorbiti grazie all’azione meccanica e biochimica delle onde d’urto focali. Anche alcuni tipi di borsite cronica (es. gomito, anca) possono beneficiare del trattamento.
  • Pubalgia cronica: la pubalgia è una sindrome dolorosa dell’inguine spesso legata a tendinopatie inserzionali a carico dei muscoli adduttori e addominali. Nelle forme croniche dei calciatori e sportivi, le onde d’urto focali possono contribuire a ridurre l’infiammazione delle inserzioni tendinee pubiche e alleviare il dolore, facilitando il ritorno all’attività.
  • Ritardi di consolidazione ossea e pseudoartrosi: in caso di fratture che faticano a saldarsi (delayed union) o di mancata consolidazione (pseudoartrosi), le onde d’urto possono stimolare la formazione di nuovo tessuto osseo. Studi hanno mostrato che il trattamento può riattivare l’osteogenesi (formazione di osso) e la vascolarizzazione nell’area della frattura, favorendo la formazione del callo osseo e l’unione dei monconi. Questo approccio non invasivo può evitare la necessità di re-interventi chirurgici in alcuni casi di pseudoartrosi.
  • Sindrome da stress tibiale (shin splints): nota anche come periostite o “frattura da stress” della tibia, è una condizione comune nei runner caratterizzata da dolore lungo la superficie interna della tibia. Le onde d’urto focali possono essere utilizzate per stimolare la guarigione del periostio e delle microfratture da stress, riducendo il dolore e permettendo un recupero più rapido.
  • Ambito vascolare e andrologico: le onde d’urto a bassa intensità trovano applicazione anche in alcune patologie vascolari e urologiche. In particolare, sono utilizzate con successo nel trattamento della disfunzione erettile di origine vascolare e della Induratio Penis Plastica (malattia di La Peyronie). In queste condizioni, le onde d’urto stimolano la formazione di nuovi vasi sanguigni e la regressione dei processi fibrotici, migliorando rispettivamente l’erezione e la flessibilità del tessuto penieno (come dettagliato più avanti).

È importante sottolineare come la decisione di ricorrere alle onde d’urto focali debba sempre essere presa da un professionista sanitario dopo una corretta diagnosi. Non tutte le patologie sopra elencate sono candidabili in qualunque situazione: ad esempio, in presenza di infiammazioni acute o di determinate condizioni (vedi paragrafo sulle controindicazioni), il medico valuterà attentamente rischi e benefici. Spesso le onde d’urto sono inserite in un programma riabilitativo più ampio, affiancandole ad esercizi terapeutici, fisioterapia o altre terapie per massimizzarne l’efficacia.

Come si svolge una seduta di onde d’urto

Durante una seduta tipica, il paziente viene posizionato in modo da esporre adeguatamente la zona da trattare. L’operatore applica sulla pelle un gel conduttivo (simile a quello utilizzato per le ecografie) che serve a trasmettere efficacemente le onde acustiche, quindi posa il manipolo dell’apparecchiatura sul punto desiderato. A questo punto, la macchina genera impulsi ripetuti di onde d’urto che si propagano nei tessuti: il paziente avvertirà dei rapidi colpetti sull’area, generalmente ben tollerabili. Spesso dall’apparecchio si percepisce un suono secco e ritmico (una sorta di ticchettio): è del tutto normale e indica che le onde d’urto sono correttamente erogate.

La durata del trattamento su ciascuna area è relativamente breve: in base alla patologia trattata, una seduta può durare in media 10-20 minuti. Solitamente le onde d’urto vengono effettuate in cicli di più sedute: tipicamente 3-6 sedute, con frequenza di circa una seduta a settimana. In alcune situazioni resistenti si possono pianificare cicli più lunghi (anche 8-10 sedute), mentre nei casi più lievi o in distretti molto vascolarizzati possono essere sufficienti 2-3 applicazioni. Già dopo le prime sedute molti pazienti iniziano ad avvertire i benefici (riduzione del dolore, lieve miglioramento della funzionalità), ma l’effetto terapeutico completo si manifesta di solito nel giro di alcune settimane dalla fine del ciclo, poiché i processi biologici di riparazione richiedono tempo.

Durante l’applicazione il paziente può avvertire un leggero fastidio localmente, soprattutto se il tessuto è molto infiammato o se si utilizzano energie elevate. In ogni caso, la sensazione è generalmente tollerabile e non richiede anestesia. Gli apparecchi moderni permettono di regolare l’intensità dell’energia: il terapista può modulare i parametri in base alla sensibilità del paziente, in modo da rimanere entro un livello di stimolazione accettabile. La maggior parte delle persone descrive il fastidio come un “pulsare” o piccoli colpi sulla parte trattata. Terminata la seduta, il paziente può in genere tornare subito alle proprie attività quotidiane senza particolari limitazioni, se non quelle consigliate per la patologia specifica (ad esempio evitare per qualche giorno carichi eccessivi se si è trattata una tendinite).

Vantaggi delle onde d’urto focali

L’uso delle onde d’urto focali presenta numerosi vantaggi, che ne hanno favorito la diffusione in ambito fisioterapico riabilitativo e sportivo. In sintesi, i principali punti di forza di questa terapia sono:

  • Trattamento non invasivo: le onde d’urto vengono applicate dall’esterno, senza intervento chirurgico. Non richiedono incisioni né anestesia generale o locale nella maggior parte dei casi, il che elimina i rischi legati alla chirurgia e consente di eseguire la terapia anche su pazienti che non potrebbero sottoporsi ad operazioni invasive. È una procedura ambulatoriale: il paziente entra ed esce dalla struttura sanitaria nel giro di mezz’ora circa.
  • Sicurezza e pochi effetti collaterali: si tratta di una metodica generalmente molto sicura. Se effettuata da personale qualificato con apparecchiature adeguate, è ben tollerata e non provoca danni ai tessuti sani. Gli effetti indesiderati sono minimi e temporanei (vedi oltre). L’assenza di effetti collaterali gravi consente eventualmente di ripetere il trattamento a distanza di tempo, se necessario.
  • Tempi di recupero rapidi: a differenza di un intervento chirurgico, la terapia con onde d’urto non richiede degenza né lunghi tempi di recupero. Il paziente può continuare la propria vita normale durante il ciclo di trattamento. Molti riferiscono un miglioramento dei sintomi già nelle settimane immediatamente successive alle prime sedute, con un progressivo ulteriore beneficio dovuto ai processi biologici attivati.
  • Efficacia comprovata anche in profondità: grazie alla natura focalizzata dell’onda, è possibile raggiungere e trattare anche strutture profonde e poco accessibili con altre terapie conservative (ad esempio la giunzione osteotendinea di muscoli profondi, aree ossee circondate da spessa muscolatura, ecc.). La capacità di regolare la profondità di penetrazione consente di mirare con precisione la zona patologica all’interno del corpo. Questo rende le onde d’urto focali adatte a patologie inserzionali o interne (come calcificazioni intra-tendinee, fibrosi profonde, ecc.) dove altre terapie fisiche superficiali (laser, ultrasuoni, TENS) avrebbero scarso effetto.
  • Approccio complementare o risolutivo quando altri trattamenti falliscono: le onde d’urto spesso vengono impiegate come ultima linea di terapia conservativa prima di passare a procedure invasive. In molti casi si rivelano efficaci anche dopo il fallimento di altri trattamenti (farmaci, infiltrazioni, fisioterapia tradizionale), offrendo al paziente un’ulteriore chance di guarigione senza dover ricorrere alla chirurgia. Proprio per questo, sono considerate oggi una delle terapie più importanti ed efficaci per numerose patologie muscolo-scheletriche, grazie ai molteplici benefici che apportano (riduzione del dolore, controllo dell’infiammazione e stimolazione della riparazione tissutale).

Possibili effetti collaterali e controindicazioni

Le onde d’urto focali, come già detto, sono generalmente ben tollerate e gli effetti collaterali, quando presenti, sono lievi e transitori. Durante o dopo il trattamento, il paziente potrebbe riscontrare: un arrossamento cutaneo localizzato, un leggero gonfiore o edema nell’area trattata, una sensazione di dolenzia o aumento del dolore di fondo (di solito di breve durata) e talvolta la comparsa di piccoli ematomi sottocutanei dovuti alla rottura di capillari superficiali. Questi sintomi sono generalmente passeggeri e si risolvono spontaneamente nel giro di pochi giorni, senza necessità di terapie specifiche. Per alleviare eventuali fastidi post-trattamento, può essere utile applicare ghiaccio localmente nelle prime 24 ore o assumere un blando analgesico su consiglio medico, ma spesso non è nemmeno necessario.

Le complicanze serie connesse alle onde d’urto sono rare. Se il trattamento è eseguito correttamente, non provoca lesioni ai tessuti né effetti sistemici. Tuttavia, esistono alcune controindicazioni e precauzioni da considerare. Il trattamento, infatti, è sconsigliato in caso di gravidanza, disturbi della coagulazione, presenza di infezioni o ferite aperte, tumori o neoformazioni, dispositivi elettronici impiantati, età pediatrica (in soggetti in accrescimento sotto i 18 anni le onde d’urto sono raramente utilizzate, se non in casi particolari come alcune apofisiti (es. morbo di Osgood-Schlatter).

In ogni caso, prima di iniziare un ciclo di onde d’urto, il medico raccoglierà l’anamnesi del paziente per escludere condizioni che controindichino la terapia. Se usate appropriatamente, le onde d’urto focali rappresentano un trattamento sicuro. L’operatore sanitario monitorerà la risposta del paziente durante le sedute, pronto a interrompere o modificare il trattamento in caso di reazioni avverse inusuali.

Onde d’urto focali vs onde d’urto radiali

Spesso si fa riferimento alle onde d’urto in generale senza distinguerne il tipo, ma è importante sapere che esistono due categorie principali di questa terapia: le onde d’urto focali e le onde d’urto radiali (dette anche balistiche). La differenza sostanziale sta nella modalità di propagazione e nella profondità d’azione dell’energia erogata:

  • Le onde d’urto focali sono generate con una tecnologia che concentra l’energia in un punto focalizzato. L’impulso pressorio prodotto ha una velocità supersonica, superiore a quella del suono, e grazie a speciali lenti o paraboloidi di focalizzazione viene convertito verso un’area bersaglio all’interno dei tessuti. Ciò significa che le onde d’urto focalizzate possono raggiungere strati profondi e regolare la profondità di penetrazione a seconda della necessità clinica. L’energia si deposita principalmente nel punto focale desiderato, esercitando lì i suoi massimi effetti, con minima dispersione nelle aree circostanti.
  • Le onde d’urto radiali, invece, non hanno un punto focale preciso: l’energia viene diffusa radialmente (a raggiera) dalla sorgente verso i tessuti superficiali circostanti. L’onda pressoria in questo caso viaggia con velocità inferiore a quella del suono e perde intensità man mano che si allontana dalla sorgente, coprendo però un’area più ampia ma in modo più superficiale. Le onde radiali sono spesso generate da un meccanismo balistico (un proiettile spinto da aria compressa impatta contro un applicatore sul corpo, producendo un’onda d’urto che si diffonde nel tessuto). L’energia massima di un’onda radiale si concentra alla superficie e diminuisce in profondità (circa entro 3-4 cm dal punto di applicazione c’è già un calo significativo).

In termini pratici, quando si usa l’una o l’altra? Le onde d’urto radiali trovano indicazione soprattutto per patologie più superficiali dei tessuti molli: ad esempio sono ampiamente impiegate per fasciti plantari, speroni calcaneari, epicondiliti e altre patologie che colpiscono i punti in cui un tendine o un legamento si inserisce nell’osso.

Sono utilizzate anche in medicina estetica (per trattare cellulite o adiposità localizzate) e per massaggi muscolari profondi, dato il loro effetto più diffuso. Le onde d’urto focali, d’altro canto, sono preferibili quando si devono raggiungere bersagli profondi o molto specifici, come nel caso di calcificazioni tendinee intramuscolari, lesioni ossee (fratture da stress, pseudoartrosi), tendinopatie inserzionali resistenti o in generale patologie in cui serve concentrare l’energia in un punto preciso all’interno del corpo.

Onde d’urto focali per la disfunzione erettile

Un ambito di applicazione delle onde d’urto focali in forte crescita negli ultimi anni è il trattamento della disfunzione erettile (DE) di origine vascolare. La disfunzione erettile consiste nella difficoltà a ottenere o mantenere un’erezione sufficiente per un rapporto soddisfacente, ed è spesso legata a problemi di circolazione sanguigna nel pene (ad esempio a causa di aterosclerosi delle arterie peniene o diabete) oltre che ad altri fattori. Le terapie tradizionali per la DE comprendono i farmaci orali (inibitori della PDE5 come sildenafil), le iniezioni intracavernose e in alcuni casi protesi peniene chirurgiche. Le onde d’urto a bassa intensità rappresentano una soluzione innovativa e non invasiva che mira a correggere il problema alla radice migliorando la vascolarizzazione peniena.

Come funzionano? Analogamente a quanto avviene nei tendini e nelle ossa, le onde d’urto focali applicate al pene stimolano la neoangiogenesi, ossia la creazione di nuovi vasi sanguigni. Gli impulsi acustici vengono erogati attraverso un apposito manipolo posizionato sul pene (in diverse aree: base, dorso e lati, per coprire i corpi cavernosi) e determinano un incremento dei fattori di crescita endoteliali e dell’ossido nitrico. Questo processo promuove la formazione di una rete di piccoli vasi sanguigni all’interno del tessuto erettile. In termini pratici, ciò si traduce in un maggior afflusso di sangue nel momento dell’erezione e in un miglioramento della rigidità e della durata dell’erezione stessa. Studi hanno evidenziato che la terapia con onde d’urto può aumentare significativamente il flusso sanguigno penieno e la risposta erettile, specialmente nei pazienti con DE lieve-moderata di origine vascolare.

Il trattamento viene solitamente riservato a pazienti selezionati, ad esempio uomini con DE vascolare che non rispondono bene ai farmaci orali classici o che desiderano una soluzione più duratura che non sia semplicemente sintomatica. Non è infatti considerato una terapia di prima linea per la disfunzione erettile, ma piuttosto un’opzione da valutare quando le cure standard (come il Viagra e affini) risultano poco efficaci o controindicate. In pazienti giovani con DE iniziale, le onde d’urto possono favorire un recupero della funzione erettile tale da ridurre o eliminare la dipendenza dai farmaci. Nei casi più severi, possono comunque migliorare la risposta ai farmaci stessi, aumentando la rigidità ottenuta o permettendo di abbassare il dosaggio del farmaco. È importante che la valutazione sia fatta da un andrologo: bisogna infatti accertare che il deficit erettile abbia cause organiche vascolari; in caso di DE su base psicologica o ormonale, le onde d’urto non avrebbero lo stesso beneficio.

Come si svolge il trattamento andrologico?

La procedura è molto simile a quella descritta per le patologie ortopediche, con alcune differenze tecniche. Si parla in questo caso di LISWT (Low Intensity ShockWave Therapy), ovvero terapia con onde d’urto a bassa intensità. Il paziente viene fatto accomodare in posizione supina. Si applica gel conduttivo sul pene e si utilizzano manipoli specifici per la terapia peniena. Ogni seduta dura circa 15 minuti, durante i quali vengono trattati vari punti lungo i corpi cavernosi del pene. Il protocollo standard prevede 6 sedute, tipicamente distribuite in 3-6 settimane (es. 2 sedute a settimana per 3 settimane), ma il numero esatto e la frequenza possono variare a seconda della risposta individuale e delle indicazioni del medico. Il trattamento non è doloroso – al massimo si avverte una lieve vibrazione o fastidio – e non richiede anestesia. Dopo la seduta il paziente può riprendere tranquillamente le sue attività, non essendoci effetti collaterali di rilievo.

Quali risultati si possono ottenere?

Negli ultimi anni, studi clinici e esperienza pratica hanno prodotto dati incoraggianti sull’efficacia delle onde d’urto per la disfunzione erettile. Una quota significativa di pazienti trattati ha mostrato un miglioramento dei punteggi dei questionari internazionali sulla funzione erettile (IIEF) e della rigidità delle erezioni spontanee. In particolare, i benefici riportati includono:

  • Migliore risposta ai farmaci orali per l’erezione (nei non-responder, si può diventare responder; in chi già rispondeva, si osserva un’erezione più valida).
  • Maggiore spontaneità nei rapporti: a differenza dei farmaci che richiedono un’assunzione programmata prima del rapporto, la terapia con onde d’urto mira a ripristinare meccanismi vascolari permanenti. Ciò significa che il paziente può recuperare la capacità di avere erezioni più naturali, senza dover pianificare tempi e dosi dei farmaci – un vantaggio psicologico notevole nella vita di coppia.
  • Riduzione degli effetti collaterali farmacologici: diminuendo la dipendenza dai farmaci pro-erettivi, si riducono anche gli eventuali effetti collaterali ad essi associati (come mal di testa, vampate, disturbi visivi). Le onde d’urto, di per sé, non presentano effetti sistemici e quindi evitano questi problemi.
  • Effetto curativo a lungo termine: a differenza della compressa che agisce solo temporaneamente, le onde d’urto puntano a curare il problema vascolare sottostante. Studi preliminari indicano che i miglioramenti ottenuti possono persistere per molti mesi (6-12 mesi) dopo il ciclo di terapia, prima di un’eventuale graduale riduzione. In alcuni pazienti sono possibili cicli di richiamo annuali per mantenere il beneficio.

Va comunque sottolineato che l’efficacia può variare a seconda della gravità della disfunzione erettile e delle cause sottostanti. I risultati sono più favorevoli nei pazienti con DE lieve o moderata di origine vascolare, mentre nei casi gravi (es. dopo chirurgia radicale pelvica o in presenza di danno neurogeno importante) gli esiti possono essere meno marcati. Nel complesso, però, la comunità scientifica concorda sul fatto che la LISWT sia una delle più interessanti innovazioni nel campo dell’andrologia, aprendo la strada a trattamenti rigenerativi dell’erezione anziché puramente sintomatici.

Attualmente le onde d’urto per DE vengono offerte in centri urologici specializzati e, sebbene non ancora coperte da tutti i sistemi sanitari, rappresentano una valida opzione per molti pazienti, con un profilo rischio/beneficio molto favorevole (praticamente zero effetti collaterali significativi a fronte di benefici potenziali notevoli).

Conclusioni

Le onde d’urto focali rappresentano oggi una soluzione terapeutica efficace e sicura per numerose patologie muscolo-scheletriche e tendinee, soprattutto di natura cronica o degenerativa. Grazie alla loro capacità di stimolare i processi naturali di guarigione del corpo – promuovendo la vascolarizzazione, la produzione di collagene e l’attivazione di cellule riparative – esse possono aiutare a ridurre il dolore, migliorare la funzionalità e accelerare il recupero in molti disturbi ortopedici. Un vantaggio fondamentale è la non invasività: il paziente non deve affrontare i rischi e i tempi di recupero di un intervento chirurgico, e spesso può evitare operazioni grazie ai miglioramenti ottenuti con questo trattamento.

Naturalmente, come per ogni terapia, è cruciale una corretta selezione dei casi e l’impiego di protocolli appropriati. Le onde d’urto non sono una “bacchetta magica” universale, ma inserite in un percorso riabilitativo globale e utilizzate nelle giuste indicazioni, hanno dimostrato risultati molto positivi. La ricerca clinica continua a esplorare nuove applicazioni (ad esempio in campo neurologico per spasticità muscolare, in cardiologia per la cardiopatia ischemica, ecc.), segno di un interesse crescente verso questa tecnologia.

In sintesi, se soffri di una patologia tendinea cronica, di un problema muscoloscheletrico che non migliora con le terapie convenzionali o di una disfunzione erettile di tipo vascolare, la terapia con onde d’urto focali potrebbe rappresentare un’opportunità da discutere con il tuo medico.

Se vuoi approfondire l’argomento o necessiti di un consulto con un professionista, contattaci e prenota il tuo appuntamento: sapremo consigliarti e capire insieme a te se questo trattamento può aiutarti a risolvere le tue problematiche.

Blog correlati

Riabilitazione del Pavimento Pelvico: cos’è, quando serve e come funziona

La riabilitazione del pavimento pelvico è un percorso terapeutico ancora poco conosciuto, ma fondamentale per la salute sia degli uomini...
11 Set 2025

Fisioterapia Brescia: Introduzione, Ambiti di Applicazione e Benefici

La fisioterapia è una disciplina sanitaria basata sull’evidenza scientifica che si occupa della prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione di disfunzioni...
24 Lug 2025

Metodo McKenzie: un innovativo metodo di cura per il dolore alla schiena.

Cos’è il metodo McKenzie. Il Metodo McKenzie, conosciuto anche come Mechanical Diagnosis and Therapy (MDT), è una strategia di valutazione...
26 Ago 2025
Privacy PolicyCookie Solutions
S. Antonio Centro Medico Specialistico s.r.l. P.IVA: 03966210985 – Direttore Sanitario: Greco Dott.ssa Carolina