Elettromiografia (EMG): cos’è, a cosa serve e come si svolge l’esame

giovedì, 30 Ottobre 2025
Esecuzione di un'elettromiografia

Cos’è l’elettromiografia? Come funziona questo esame spesso richiesto? In questo articolo vediamo tutto quello che c’è da sapere e se si tratta di un accertamento di cui puoi avere effettivamente bisogno.

L’elettromiografia (EMG) è un esame neurofisiologico diagnostico che valuta l’attività elettrica dei muscoli e dei nervi periferici. In pratica, i nervi trasmettono al cervello e dal cervello ai muscoli segnali elettrici simili a quelli di “cavi elettrici”, e l’EMG registra queste correnti quando il muscolo è a riposo o in contrazione.

Grazie a questo test, è possibile distinguere se un problema motorio o sensitivo dipende da una lesione nervosa (neuropatia o radicolopatia) oppure da un danno intrinseco al muscolo (miopatia).

L’esame è considerato a basso rischio e generalmente ben tollerato: potresti avvertire un lieve fastidio o delle brevi scariche durante le stimolazioni, ma non provoca dolore continuo né danni permanenti. Di solito non serve digiuno né preparazioni speciali; si consiglia invece di evitare oli o creme sulla pelle (che interferirebbero con la rilevazione) e di indossare abiti comodi. L’EMG è prezioso perché identifica precocemente anomalie nel sistema neuromuscolare, guidando la diagnosi di neuropatie, miopatie, compressioni nervose e altre patologie correlate.

Che cos’è l’elettromiografia

L’elettromiografia è una procedura che combina lo studio della conduzione nervosa con la registrazione dell’attività muscolare. In pratica, si applicano piccoli elettrodi (sul nervo e sul muscolo) e, tramite un impulso elettrico lieve, si misura la velocità e l’ampiezza con cui il segnale viaggia lungo il nervo. Per la seconda fase, si utilizza un ago elettrodo monouso inserito direttamente nel muscolo bersaglio: in questo modo si registra l’attività elettrica del muscolo a riposo e durante la contrazione.

Normalmente un muscolo a riposo è elettricamente silente, mentre al minimo sforzo compaiono potenziali d’azione delle unità motorie: all’aumentare della contrazione il numero di potenziali cresce fino a generare un tracciato detto "pattern di interferenza". Dalla forma e dalle caratteristiche di questi potenziali si ricavano informazioni sulla funzionalità neuromuscolare. Ad esempio, in caso di denervazione (nervo danneggiato), il muscolo può mostrare attivazione spontanea (fibrillazioni) e reclutare meno unità motorie al massimo sforzo, spesso di ampiezza maggiore (potenziali giganti). Al contrario, nelle miopatie (patologie primarie del muscolo) le unità motorie si attivano normalmente, ma l’ampiezza dei potenziali è ridotta. Questi dettagli permettono di distinguere patologie neurogene da miogene.

Quando viene prescritta l’EMG

L’EMG è indicata ogni volta che si sospetta un problema di trasmissione nervosa o muscolare. Viene utilizzata per diagnosticare neuropatie periferiche (ad es. sindrome del tunnel carpale, neuropatie diabetiche, neuropatie tossiche) e compressioni dei nervi (radicolopatie) dovute a ernie discali o artrosi vertebrale. Si prescrive anche in presenza di sospette miopatie e distrofie muscolari, dove il guasto è nel muscolo stesso, oppure in malattie del motoneurone (come la SLA).

Altre indicazioni comprendono patologie neuromuscolari e malattie della giunzione nervo-muscolo (miastenia gravis). L’esame è particolarmente utile quando il paziente presenta sintomi quali debolezza muscolare, formicolio o intorpidimento localizzato, crampi, dolori o spasmi in un arto: in questi casi l’EMG aiuta a capire se la causa è nervosa o muscolare. In generale, come sottolineano fonti specialistiche, l’EMG “permette di ottenere un quadro preciso della salute di muscoli, radici nervose e plessi”, ed è esame fondamentale, ad esempio, nella diagnosi di sindrome del tunnel carpale e altre neuropatie da intrappolamento.

Indicazioni principali per l’EMG.

L’elettromiografia è utile in diverse situazioni cliniche. Tra le principali:

  • Neuropatie periferiche: sindrome del tunnel carpale, neuropatie metaboliche (es. diabetica), neuropatie infiammatorie (polinevriti), ecc...
  • Radicolopatie e compressioni nervose: ernia del disco cervicale o lombare, spondilosi cervicale, sindromi da intrappolamento (tunnel carpale, ulnare), ecc...
  • Miopatie e distrofie muscolari: patologie genetiche o infiammatorie del muscolo.
  • Malattie del motoneurone: sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e simili.
  • Valutazioni post-traumatiche o riabilitative: per monitorare il recupero di nervi e muscoli dopo trauma o interventi chirurgici.

In generale, l’EMG viene prescritta quando il medico sospetta un problema nella trasmissione del segnale nervoso o nella funzione muscolare.

Come si svolge l’esame

Se ti sei chiesto come si svolge l’esame, in questo paragrafo ti spieghiamo nel dettaglio la procedura d’esecuzione.

L’esame si articola in più fasi sequenziali. Innanzitutto, verrai fatto accomodare su un lettino o su una sedia, indossando abiti comodi e senza applicare sulla pelle prodotti oleosi o creme. Come anticipato non ti verrà richiesto né di essere a digiuno, né di sospendere le terapie abituali, ma è importante che segnali al medico l’assunzione di anticoagulanti o antiaggreganti e l’eventuale presenza di dispositivi impiantati come pacemaker o defibrillatori cardiaci. Queste condizioni non vietano l’esame, ma richiedono precauzioni per ridurre il rischio di sanguinamento o interferenza elettronica.

Successivamente si procede allo studio della conduzione nervosa (elettroneurografia). In questa fase ti verranno applicati sulla pelle piccoli elettrodi adesivi: uno o più elettrodi di stimolazione vengono posizionati sul percorso del nervo da esaminare e con essi si invia un impulso elettrico lieve; altri elettrodi di registrazione verranno posti sul muscolo innervato per misurare la risposta. Si valutano così parametri fondamentali come la velocità di conduzione e la latenza distale del potenziale evocato. Da questi dati si capisce se il nervo trasmette il segnale normalmente o presenta rallentamenti (tipici delle neuropatie demielinizzanti). Questa fase dura pochi minuti e viene eseguita in genere sia sui nervi motori che su quelli sensitivi interessati dal disturbo.

Dopo lo studio della conduzione si passa all’elettromiografia ad ago. Ti verrà inserito un ago elettrodo monouso direttamente nel muscolo da esaminare. Si esamineranno diversi muscoli selezionati in base ai sintomi, valutandoli in tre condizioni: a riposo, in contrazione minima e in contrazione massimale. In ogni fase l’ago registra i potenziali elettrici del muscolo: normalmente a riposo non si riscontra attività, mentre appaiono potenziali d’azione isolati a sforzi lievi e un pattern complesso (interferenza) allo sforzo massimo. Si analizzeranno quindi eventuali potenziali spontanei anomali (fibrillazioni o fascicolazioni) che indicano denervazione, nonché l’ampiezza, la durata e il reclutamento delle unità motorie durante la contrazione. Ad esempio, un ridotto numero di unità motorie attivate anche allo sforzo maggiore indica sofferenza nervosa, mentre un reclutamento precoce di molte unità (con unità motorie di ampiezza normale) suggerisce un danno primario al muscolo.

L’intero esame (conduzione + ago) dura mediamente 20–60 minuti, a seconda dei distretti indagati. Alla fine, potresti avvertire un lieve indolenzimento nell’area in cui è stato inserito l’ago, con qualche piccolo livido o rossore, che di solito scompaiono in poco tempo. In generale l’esame è ben tollerato: i pazienti descrivono solo un modesto fastidio durante le stimolazioni.

Interpretazione dei risultati

I risultati dell’EMG devono essere interpretati da uno specialista (neurologo o fisiatra) insieme al quadro clinico. Le anomalie più comuni si traducono in:

  • Rallentamento o blocco della conduzione nervosa: velocità di conduzione ridotta e latenze allungate tipiche delle neuropatie demielinizzanti. Anche la forma del potenziale evocato può mostrare dispersione (potenziali di diversa ampiezza) quando le fibre sono colpite in modo disomogeneo.
  • Attività elettrica anomala a riposo: la presenza di fibrillazioni o onde positive dopo aver inserito l’ago indica denervazione acuta.
  • Modifiche nelle unità motorie: nelle neuropatie croniche i pochi assoni superstiti si riassestano innervando più fibre, generando potenziali di ampiezza aumentata; al contrario, nelle miopatie l’ampiezza dei potenziali è ridotta pur mantenendo normale il pattern di interferenza.
  • Reclutamento delle unità motorie: l’analisi del reclutamento (numero di unità attivate allo sforzo) aiuta a distinguere sofferenze neurogene (reclutamento scarso) da miopatie (reclutamento precoce). Ad esempio, la seconda fase dell’EMG permette di evidenziare se il danno è limitato ai motoneuroni (come nella SLA) o riguarda principalmente le cellule muscolari (miopatie o distrofie).

In sintesi, l’elettromiografia consente di localizzare con precisione il livello del danno (radici spinali, nervi periferici o plessi, giunzione neuro-muscolare, muscoli) e di orientare la diagnosi differenziale tra patologie nervose e muscolari. I dati elettromiografici vengono quindi integrati con la visita clinica e, se necessario, con altri esami strumentali (RMN, TC, ecc.) per definire il percorso diagnostico-terapeutico.

Sicurezza e controindicazioni

L’elettromiografia è considerata un esame sicuro e minimamente invasivo. Tutti gli aghi utilizzati sono sterili e monouso, e le apparecchiature rispettano le normative mediche. Le complicanze gravi (come infezioni o ematomi importanti) sono molto rare. Come già sottolineato potresti avvertire solo un lieve dolore in corrispondenza degli aghi inseriti o qualche livido, che si risolve spontaneamente entro pochi giorni.

Non ci sono controindicazioni assolute: in particolare la gravidanza non impedisce l’esame, essendo privo di radiazioni e considerato sicuro in donne gravide (va comunque sempre valutato caso per caso). Bisogna invece porre attenzione in presenza di pacemaker o defibrillatori impiantati: in questi casi si evita di stimolare direttamente il dispositivo, modificando la procedura secondo indicazioni del cardiologo.

Pazienti in terapia anticoagulante o con disturbi della coagulazione possono sottoporsi all’EMG, ma richiedono precauzioni particolari (es. evitare muscoli profondi) per prevenire ematomi. Il medico valuterà la tua situazione e ti fornirà istruzioni specifiche. In generale, per evitare interferenze, ti verrà consigliato di spegnere il cellulare durante l’esame, ma potrai guidare e riprendere le normali attività subito dopo, senza necessità di recupero.

Domande frequenti

  • L’elettromiografia fa male?
    L’esame può causare solo un fastidio momentaneo. Durante la stimolazione nervosa si avverte una piccola scossa elettrica, mentre l’inserimento degli aghi provoca un lieve dolore localizzato paragonabile a un’iniezione intramuscolare. Il disagio è transitorio e non lascia conseguenze. Molti pazienti riferiscono che l’esame è “assolutamente ben tollerato”.
  • Serve una preparazione particolare?
    No. Non è necessario digiunare né interrompere i farmaci (a meno che il medico non dia indicazioni specifiche) Prima dell’esame è opportuno evitare di applicare oli o creme sulla cute esaminata e indossare vestiti comodi per facilitare l’accesso all’arto.
  • Posso fare l’EMG in gravidanza?
    Sì. Poiché l’elettromiografia non utilizza radiazioni ionizzanti, è considerata sicura in gravidanza. Bisogna comunque informare il medico della gravidanza, e lo specialista valuterà caso per caso, normalmente senza prescrivere alcuna modifica della procedura.
  • Quanto costa e serve la ricetta medica?
    In regime convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale, l’EMG richiede la prescrizione del medico (curante o specialista) e comporta il pagamento del solo ticket sanitario (circa 36,15 € più 10 € di ricetta) fino a otto elementi (muscoli o nervi) esaminabili per ricetta. Se l’esame è più esteso, serve una seconda impegnativa con relativo ticket aggiuntivo. In regime privato i costi sono molto variabili (indicativamente da circa 100 € a 250 €) e dipendono dal centro medico e dalla complessità della procedura.

Conclusione

L’elettromiografia è uno strumento diagnostico fondamentale per capire l’origine di debolezza, formicolii o dolori muscolari. Grazie alla valutazione dell’attività elettrica dei nervi e dei muscoli, permette di riconoscere tempestivamente neuropatie, miopatie e altri disturbi neuromuscolari. Se si manifestano sintomi come intorpidimento, debolezza muscolare o crampi persistenti, è consigliabile rivolgersi a un neurologo o fisiatra per valutare l’esecuzione di un EMG.

Presso il nostro centro medico l’esame viene effettuato da medici esperti, utilizzando apparecchiature aggiornate e ponendo attenzione al tuo comfort e al tuo benessere.

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